Vi ricordate questa pubblicità? Fece molto discutere e venne subito bloccata in Italia – VIDEO

Diverso tempo fa, uno spot pubblicitario venne completamente censurato per una serie di polemiche ricevute: cosa accadde.

Un vecchio adagio sostiene che la pubblicità è l’anima del commercio e in effetti spot e slogan contribuiscono al successo di un prodotto o di un marchio. Fissano un’immagine nella mente degli spettatori, un dettaglio da associare all’articolo, un jingle che resta impresso e immediatamente richiama una specifica merce tra tante.

ragazzo che urla
Vi ricordate questa pubblicità? Fece molto discutere e venne subito bloccata in Italia – VIDEO. Credits: Instagram @monicamastrorocco (sdlintercategoriale.it)

Ma le pubblicità non sono soltanto uno strumento commerciale e di marketing, rappresentano anche una pagina di costume della società, uno specchio del momento storico, del modo di pensare e di vedere le cose in un preciso contesto e ambiente. Ma a volte nella pubblicità non mancano le provocazioni. Nel mondo dell’immagine in fondo non importa se si parla bene o male di qualcosa, basta che se ne parli.

Lo spot censurato, scopriamo perché

Fonzies, un celebre marchio di snack salati, di gran successo ancora oggi, diversi anni fa commissionò un video pubblicitario che fece molto discutere. Lo spot raccontava di un adolescente che, sollevando felice lo sguardo, urlava: “Ma’, oggi due centimetri più lungo!“.

screen dal video dello spot censurato
Lo spot censurato, scopriamo perché. Credits: Instagram @monicamastrorocco (sdlintercategoriale.it)

Una chiara allusione alle dimensioni del suo pene. La notizia poi si diffondeva rapidamente alla famiglia e ai vicini. Ne parlava tutto il piccolo paese con reazioni diverse tra l’ammirato e il compiaciuto, compresa quella di una donna che imponeva alla figlia affacciata alla finestra, di rientrare immediatamente in casa. Una pubblicità spiritosa e ironica oppure solo un prodotto banale e grossolano?

All’epoca, si parla di più di 10 anni fa, lo spot venne ritirato dopo l’intervento del Comitato di controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria che lo considerò non adatto a una campagna pubblicitaria diretta a un pubblico di giovanissimi. Ad essere messa in discussione non era l’allusione alle dimensioni del pene, quanto il fatto che il protagonista del video fosse proprio un adolescente.

L’adolescenza è un’età in cui la sessualità e i cambiamenti fisici sono argomenti complessi. Quindi per i critici, lo spot non faceva altro che esagerare l’idea maschilista delle dimensioni del pene, verso destinatari adelescenti. Inoltre ribadiva lo stereotipo della ragazzina curiosa, allontanata appena si accenna al sesso. In altre parole, la pubblicità confermava per alcuni solo luoghi comuni come le dimensioni maschili e la castità femminile.

 

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Oggi come sono le pubblicità? Di sicuro si presta molta attenzione agli adolescenti e alla loro crescita. Certo le allusioni al sesso non sono certo scomparse. Ma d’altra parte la pubblicità è solo uno dei veicoli con cui si trasmettono idee e atteggiamenti e ormai non il più incisivo. E voi che ne pensate, sarebbe ancora da censurare?

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